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domenica 18 ottobre 2015

L'Intrepida

 

Sito ufficiale L'Intrepida


E sono alla terza partecipazione all'Intrepida, ormai il classico appuntamento di metà ottobre che chiude la mia stagione.
E' diventata una ciclostorica irrinunciabile per la bellezza dei posti e paesini attraversati, per l'organizzazione perfetta, l'ospitalità, e soprattutto per la sede : il borgo di Anghiari, col centro storico medievale e così caratteristico.
Questo sarà il primo anno senza una foratura? Mi sa di no...

Solita partenza di buio da Taverne (6 e 30), con tempo più freddo rispetto agli anni scorsi, ma è un sacrificio che facciamo volentieri. Quest'anno niente combriccola ma sono con la ciurma Bur.



Anche stamattina Anghiari è immerso nella foschia, e non si può perdere l'occasione per le foto prima della partenza : le mura, il campanile che spunta dalla nebbia sono molto suggestivi.



Parcheggio al solito posto sulla destra della discesa verso le mura, ritiro numero e pacco gara, e mi avvio in piazza Baldaccio, dove iniziano ad arrivare tanti ciclisti, tra cui vedo anche Francesco Moser e Gilberto Simoni, affezionatissimi dell'Intrepida.








In piazza incontro Carlo con gli amici della Chianina e del Cavallino, ci scambiamo i saluti e impressioni sull'Eroica, purtroppo non c'è stata occasione per parlarsi un po' di più, chissà che un anno non riesca finalmente a partecipare alla loro ciclostorica di queste parti, la Chianina.
Dopo l'inno di Mameli, parto in mezzo al gruppone composto da ben 610 appassionati! Non farò il percorso intrepido, meglio se non sforzo il polpaccio destro che mi fa ancora male dopo l'Eroica...
La partenza dalla piazza centrale è sempre emozionante, con l'incredibile varietà di maglie variopinte e mezzi d'epoca.




Scendiamo da Anghiari in un clima freddo (saremo sui 5-6 gradi!) e nebbioso, e prendiamo il primo pezzo di strada sterrata, nella piana della famosa battaglia del 1440, poi c'è la lunga salita ancora su strade bianche e ci addentriamo nei Monti Rognosi; menomale che si sale, ne approfitto per pedalare forte cercando di riscaldarmi un po.


Arrivo al primo ristoro a Ponte alla Piera, oltrepassando il piccolo ponticello di pietra e andando a mangiare pane e affettati,e crostata sul terrazzo che dà sul torrente e sui boschi...sempre una bella sosta in un posto molto particolare.





Lunga discesa di nuovo nel freddo su asfalto, in mezzo al verde e ai campi, per arrivare al secondo ristoro al Castello di Galbino, qui a base di bevande, noci, zuccherini e castagne; anche qui tutto è ben organizzato con personaggi in costume, e tante auto e moto d'epoca.




Non mi incontro con mamma e papà, il telefono non sempre prende ed è difficile mettersi d'accordo sui tempi. Mi pare di essere abbastanza davanti, anche perchè pedalo velocemente e mi fermo lo stretto indispensabile ai ristori (come Rudi insegna!)...ma vengo punito dalla foratura del tubolare posteriore! Alla fine, dopo tanti chilometri e un anno e mezzo senza problemi, buco su asfalto (a casa poi il taglietto mi sembrerà causato da vetri, non da una pietra), e devo sostituire il glorioso Veloflex, che comunque vale tutto il prezzo pagato.
E' così ben incollato che ci metto un po' a toglierlo, quindi perdo tutto l'anticipo che avevo (rispetto agli anni scorsi), ma non è un problema perchè qui non ci corre dietro nessuno, anzi scambio due parole con gli amici fermati per vedere se avevo bisogno.
C'è un pezzo di salita impegnativa perchè la strada è ricoperta di ghiaia...alla fine salire in sella è impossibile e scendo come quasi tutti, ma dietro di me sento qualcuno che pedala forte e mi faccio da parte : è Simoni che ovviamente sale in bici ! 
Noi "gregari" saliamo a piedi, e accanto a me qualcuno commenta seraficamente "L'Eroica insegna : un po' si pedala e un po' si va a piedi"...
Adesso c'è la salita per il castello di Sorci con altra breve sosta, ne approfitto per gonfiare il tubolare cambiato a 7 atmosfere...come due anni fa mi dicono : quando arrivi al Felcino Nero, sgonfiala...
non sanno che ormai a noi "bolliti dell'anno scorso", il Felcino non fa più paura.
Finalmente inizia la più difficile salita della giornata, inizialmente su asfalto con delle rampe davvero dure, soprattutto un muro rettilineo da fare sui pedali...poi non è finita perchè la strada sterrata è altrettanto impegnativa, non a caso l'anno scorso qui la Combriccola si era sfaldata.
Quest'anno sul Felcino non mi supera nessuno, e arrivo al meritato e ottimo ristoro a base della mitica polenta con pancetta...buonissima.




Anche la discesa è difficile, molto ripida e su strada ghiaiosa e sconnessa, ma non ho particolari problemi, e riesco poi a pedalare forte sulla successiva discesa asfaltata.


Arrivo poi ad un altro incantevole borgo su un poggio, Monterchi che ha un piccolo centro storico lastricato con delle belle mura medievali e un arco che meriterebbe una postazione fissa per le foto.
Qui finalmente ci sono mamma e papà ad attendermi, gli lascio il tubolare bucato e ci diamo appuntamento all'arrivo.
Qualcuno taglia la salita di Monterchi, che in effetti ha degli strappi duri ma io non lo salto, perchè merita il passaggio!








C'è poi ancora la salita verso Citerna, qui le forze iniziano a venire meno, e infatti mi fermo un attimo nella via centrale per riempire la borraccia e mangiare due fette di pane con l'olio.
Anche Citerna rappresenta un bel passaggio, questo obbligatorio per tutti per il punto di sosta del timbro sul carnet di viaggio.
Sull'ultima salita verso Anghiari vengo raggiunto da un ragazzo di Grosseto e pedaliamo un po' in compagnia parlando delle ciclostoriche fatte in comune... lui ha fatto l'Eroica 209 in circa 11 ore e mezza...e oggi invece sta completando il percorso Intrepido di 120 km... bene, direi che adesso sono rincuorato! 
Lui però in confronto a me sembrava Tom Boonen...
Infine arrivato ad Anghiari c'è l'emozionante passaggio sulle mura, e dentro la galleria che porta in piazza Baldaccio, ed è un tratto che mi dà sempre i brividi...per me solo questo pezzo vale sempre tutta la fatica e la strada fatta!



Sotto lo striscione grande accoglienza come sempre tra foto, interviste, bottiglia di vino rosso locale!





Infine meritato pranzo con i tipici bringoli al sugo, porchetta, vino e dolce!


E il pacco gara si rivela sempre abbondante e con prodotti davvero a km0, visto che lo stabilimento della Buitoni è lì vicino a Sansepolcro.


Ultime foto sulle mura con il magnifico panorama sulla piana della battaglia, e anche per quest'anno le ciclostoriche sono finite in bellezza! L'Intrepida si dimostra sempre all'altezza, una corsa ottima senza difetti!


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