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martedì 11 aprile 2017

Paris-Roubaix Challenge

Relive

Siamo qui nel luogo più mitico della storia del ciclismo : il velodromo di Roubaix. L'atmosfera è indescrivibile : attesa, emozione, voglia di pedalare e timore reverenziale per il pavè...non sarà facile affrontare i nostri 19 settori, soprattutto quelli sacri come Arenberg e il Carrefour...sarà anche per noi l'Inferno del Nord ? 


La partenza è alla francese, noi alle 9 siamo sotto allo striscione e inizia la nostra avventura alla Roubaix! Io sono con la divisa delle Fiandre e con antivento e manicotti presi ieri, ovviamente marchiati Roubaix...mi sarei comprato tutto, anche le maglie degli anni scorsi che erano in offerta.




Non siamo in tanti a partire da qui, la maggior parte fa il percorso più lungo da 171 km, ma era necessaria la sveglia prima dell'alba più trasferimento in pullman; per quest'anno iniziamo con l'approccio medio al pavè.




Partiamo con calma senza esagerare, ci sono ancora molti chilometri prima della parte difficile; le stradine sono strette in mezzo ai paesini caratteristici, oppure in mezzo a prati e distese di coltivazioni di vario tipo...il vento c'è sempre e quasi mai a favore, però non fa freddo e dopo pochi chilometri ci possiamo già alleggerire. 




Pedaliamo un po' in gruppo ma troppo pericoloso causa frenate improvvise, curve strette e macchine contromano, allora stiamo solo in tre. Poi lungo la strada a noi si aggiunge Christian arrivato giusto da dietro l'angolo, da Malta!




Le segnalazioni sono dappertutto ed è impossibile perdere la strada giusta, tutti gli incroci sono presidiati e abbiamo sempre la precedenza, qui i ciclisti sono rispettati da tutti.
Dopo 30 km c'è il primo ristoro con dolci tipici belgi al miele, cannella, waffel e barrette della Etixx, ci fermiamo giusto quei 10 minuti necessari.




Tiriamo a turno, ma il più in forma di tutti ovviamente è Paul, la nostra andatura ci permette di chiacchierare ma comunque non stiamo facendo una passeggiata...l'attesa per il pavè cresce!




Dopo 50 km arriviamo finalmente al nostro primo settore di pavè...la mitica e temuta Foresta di Arenberg! Inizia la vera Parigi-Roubaix!
A me questi 2 chilometri e mezzo di pietre sconnesse in mezzo agli alberi piacciono molto, c'è un'atmosfera strana di altri tempi, sembra di tornare indietro nel tempo...
Attacchiamo il pavè e l'impatto è micidiale : vibrazioni dappertutto, polsi e gambe che tremano per gli scossoni, bici che traballa, qui bisogna pedalare forte e in centro strada, bisogna trovare il rapporto giusto se no si va piano e si soffre ancora di più.



A metà della Foresta Paul ha un problemino al pedale, mi fermo per aiutarlo a stringerlo con il cacciavite, così ne approfitto per fissare la borsa sottosella che si era staccata per le vibrazioni e si è bucata a contatto con la ruota. 




Intanto ci sono tanti ciclisti dietro e davanti a noi, questo tratto è duro per tutti! Qualcuno buca, qualcuno va a piedi, molti vanno forte e noi ce la caviamo , uscendo alla luce senza grossi problemi ma affaticati, sembrava di non arrivare mai alla fine!

Il tratto è cronometrato ma a noi interessava poco...alla fine tutti si ritrovano soddisfatti e noi scattiamo qualche foto in questo posto così carico d'atmosfera.




Si riprende a pedalare su asfalto, proviamo a stare dietro ad un trattore ma molliamo perchè Rudi ha perso l'attimo per starci dietro; adesso i settori in pavè si susseguono uno dietro l'altro ed è davvero emozionante vedere gli striscioni di ingresso e fine settore con le stellette, il nome e la lunghezza.
Molto caratteristico anche il passaggio da Pont Gibus (Helesmes) con il passaggio a livello e il ponte con le scritte bianche e nere, lo conosciamo dopo averlo fatto due anni fa con le bici d'epoca.
Certi tratti sono impegnativi, con doppie curve difficili e pietre sconnesse, altri più ben tenuti e corti, ma non ci si può rilassare mai e bisogna sempre percorrerli con attenzione, scegliendo la via migliore in centro oppure provando a passare nei sentierini ai lati, pur sempre sterrati e pericolosi per superare qualcuno.
A me cade più volte la borraccia della Ronde, finchè non decido di mettermela nella tasca dietro; sono già carico di manicotti, guanti lunghi, kway (inutile), barrette e super-bar energy di Shirley...un concentrato di energia, noccioline, miele...sembra il "lembas" degli Elfi!
Arriviamo al secondo ristoro a Orchies, pieno di ciclisti che si riposano dalle fatiche...sosta anche per noi di 15 minuti.




Altro tratto molto difficile quello di Mons-en-Pevele, cinque stellette e pietre per 3 km...alla fine i tratti più duri sono quelli lunghi, sembrano davvero il doppio dei km; il segreto è proprio pedalare forte, ci vuole potenza per rimbalzare e scivolare sul pavè, non è una corsa per tutti.
A Templeuve terzo e ultima sosta, ci riposiamo ancora un poco e mangiamo, adesso fa caldo, si suda parecchio e iniziamo ad avere male dappertutto... eppure il doppio fondello serve, quella è la parte che fa meno male!


Gli ultimi settori di sterrato sono una sofferenza, sono ravvicinati uno dietro e l'altro e sono sempre più duri, a discapito delle stellette di difficoltà! Sono però anche i più critici per la Roubaix dei professionisti, domani il vincitore si deciderà qui : Cysoing, Camphin-en-Pevele, e soprattutto Carrefour de l'Arbre...passiamo vicino alla famosa locanda e proseguiamo stremati...
Ormai ci mancano due settori, corti ma alla fine cerchiamo i sentieri ai lati del pavè, è una lieve sollievo ma tutto serve...a volte invece siamo carichi e l'adrenalina ci  spinge a pedalare comunque a centro strada...la corsa deve essere epica fino alla fine.


Siamo ormai alle porte di Roubaix, anche per noi ci sarà l'entrata nel Velodromo e mezzo giro di pista..il pavè finisce a 7 km dall'arrivo, e pedaliamo velocemente, sembra quasi che dobbiamo sprintare anche noi! Purtroppo le strade sono aperte al traffico, ma con slalom e zig-zag superiamo tutti e arriviamo al cancello con le scritte sull'asfalto, a sinistra le auto a destra i corridori...e la svolta a destra con l'entrata in pista ci emoziona : adrenalina a mille!
Facciamo mezzo giro, io provo anche la curva parabolica abbastanza in alto, e laggiù c'è già lo striscione dell'arrivo...arriviamo tutti e tre insieme sulla riga del traguardo dopo ben 148 km!
Ci riposiamo sull'erba stanchi e contenti, finalmente ho capito quando i ciclisti dicevano "L'hai appena finita e già vorresti correrla di nuovo!"



Le gambe, la schiena e i polsi fanno male, ma la soddisfazione di averla corsa è impagabile, bisogna davvero farla una volta nella vita.
I love Roubaix.







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