Finalmente la Combriccola del Lupo si riunisce per l'Eroica più lunga e epica : 209 km che affrontiamo di nuovo tutti e tre insieme dopo ben 9 anni!
Facciamo la solita levataccia alle 3.20 e partiamo da Taverne alle 4 per poter arrivare a Gaiole prima della partenza delle bici anni '30; infatti gli orari sono 4.30 - 5 per le bici più vecchie, e c'è il rischio di vedersi bloccati per strada arrivando da Pianella, poi dalle 5 alle 6 possiamo partire noi del percorso più lungo.
Arrivati al bivio di Gaiole che mancano ancora circa 2 km, parcheggiamo il doblò sul ciglio della strada, visto che ai parcheggi in città non si può più arrivare se non più tardi; scarichiamo le bici e espletati i bisogni fisici siamo pronti!
A quest'ora serve paracollo e kway, fa freddo e umido per la pioggia della sera prima; arriviamo in piazza a Gaiole e possiamo già incolonnarci per i controlli, il timbro sul road book dato dal Brocci in persona, solito selfie e possiamo partire!
Sono le 4.55, e questa partenza è sempre emozionante, c'è un bel silenzio nei boschi e sulla strada si sentono solo le ruote che girano, i cambi che gracchiano, le bici che cigolano, il tirar su di nasi... ogni tanto mi piace guardare in alto verso le stelle visto il bellissimo buio e l'atmosfera che c'è qui a quest'ora.
Arriviamo in poco tempo ai piedi della salita di Brolio ed è ora di togliersi il kway perchè siamo già caldi; la stradina illuminata dalle candele è sempre bellissima, siamo in tanti e bisogna districarsi sia in salita che in discesa, dove siamo sempre tra i più veloci e sicuri.
Dopo la velocissima picchiata verso Siena, entriamo in città da Porta Pispini, saliamo da via Pantaneto fino in Piazza dove ci aspettano tutti i tipici dolci senesi : ricciarelli, cantuccini, cavallucci, panforte.. che bello questo ristoro! Io e Flavio ne approfittiamo per qualche foto, mentre Rudi è già pronto per ripartire.
Ora qualche km in asfalto per poi prendere il mitico settore di Radi, le mie prime strade bianche mai affrontate; c'è un checkpoint di controllo a sorpresa per beccare "i birbi" che tagliano lo sterrato, e ci perdiamo di vista, io e Flavio rimaniamo attardati e ci ricongiungeremo solo a Murlo.
Questo pezzo di strada mi piace sempre molto, con tanti scorci panoramici e con la bellissima luce dell'alba sui campi, la nebbia in lontananza... è facile desiderare di stare qui per sempre.
Dopo qualche strappetto e l'ultimo durissimo muro un po' fangoso, entriamo a Murlo per il secondo ristoro : crostate, pan co' santi, miele, pecorino e pane all'olio, succhi di frutta e tè caldo.
Riempiamo completamente il piccolissimo centro storico all'interno delle mura, e ripartiamo ancora scaglionati, Rudi è più in forma 💪 mentre noi siamo più lenti e pigri 😀
Ora torniamo su asfalto per riprendere poi un altro settore sterrato, quello di La Piana che ci piace tanto : è bello compatto e si pedala velocemente nella nebbia; di fronte a noi appare il bivio tra 135 e 209 km... ci stupiamo di come non abbiamo avuto il minimo dubbio, subito a destra per il percorso eroico!
Arrivati in fondo ci aspetta la durissima salita di Castiglion del Bosco, prima su asfalto, poi il viale dei cipressi lungo i campi da golf e infine i tornanti sterrati... fatico sempre tanto e odio letteralmente questa salita, ma almeno riesco a farla tutta in sella senza fermarmi mai, lo spauracchio dei crampi è superato!
Ci sono ancora due salite faticose asfaltate prima di arrivare a Montalcino per un nuovo ristoro sotto la Fortezza, con altro pane pecorino e dolci. Ribecchiamo Rudi che è già pronto a pedalare, un breve saluto e lui riparte.
Ora c'è la velocissima discesa verso la cantina Ciacci Piccolomini, dove si devia sulla destra per il settore sterrato di Torrenieri (bello e panoramico) e poi quello di Cosona (più difficile e impegnativo, che non mi piace mai); almeno inizia ad esserci un bel sole caldo.
Al checkpoint di Lucignano incontriamo Rudi seduto sul ciglio della strada e la sua Bressan appoggiata al muro : telaio spezzato! Ci racconta la sua disavventura su una canalina sugli sterrati dove la sua bici ha preso un brutto colpo e su una salita si è rotta in modo irreparabile.. putroppo la sua Eroica finisce qui.
Noi continuiamo orfani del nostro trascinatore dei percorsi lunghi...cercheremo di farci onore e gli promettiamo di non farlo aspettare troppo all'arrivo a Gaiole!
Affrontiamo il tratto sterrato di Pieve a Salti, non troppo impegnativo, e scendiamo a Buonconvento per riposarci con un'ottima pappa al pomodoro nella stretta via principale nel centro storico.
Anche qui sarebbe bello attardarsi e fare bisboccia, ma ci tocca pedalare...
Ripartiamo sulla Cassia per deviare sulla destra nel settore di Serravalle, sempre ostico e impegnativo, che ci porta dopo una decina di km sterrati e difficili ad Asciano : dopo una piccola coda per avere la nostra zuppa di farro (con cipolle o olio, o tutte e due come chiede Flavio) ci buttiamo sull'erba per riposare le gambe, e prendiamo anche una cochina...speriamo che serva per affrontare le prossime fatiche!
Io ne approfitto anche per provare i cessi chimici lì vicino... meglio liberarsi del peso superfluo💩
Al cimitero di Asciano c'è ancora un checkpoint, dopodichè iniziamo la prima dura rampa delle famigerate Sante Marie... ci allontaniamo e ci riavviciniamo, ma io e Flavio siamo sempre vicini; le viste sulle colline sono spettacolari, e almeno in queste salite riusciamo a superare qualcuno : quelli che salgono a piedi.
Le rampe più difficili dovrebbero essere 3 o 4, fino alle casette in cima all'ultima, e subito dopo c'è il cartello bianco con la scritta nera. Decidiamo di non fermarci viste le rampe successive...infatti le Sante Marie non finiscono certo a quel cartello.
Dopo 150 km affrontarle è sempre difficile...ma riusciamo a non scendere mai di sella (il 34 davanti e il 28 dietro allora servono...) e scendiamo velocemente saltando anche la fontanella di Torre a Castello.
Ora c'è la lunga salita verso Castelnuovo, non una pendenza impossibile ma sempre fastidiosa... un altro pezzo che non sopporto.
Nella piazza principale del paese ci sediamo sulle sedie di plastica, per noi è il "Cinema all'aperto", con una spettacolare ribollita... bissata con la zuppa di ceci. Poi ripartiamo perchè mancano ancora 50 km, che sembrano pochi invece ci metteremo circa 3 ore.
Ci dirigiamo verso Pianella, facendo una scorciatoia in mezzo ai campi verso Montaperti con qualche strappetto, e poi discesa morbida verso il bivio con l'ultima separazione dei percorsi.
Iniziamo la salita sterrata verso Vagliagli, sempre dura e sembra non finire mai; sarebbero anche bei posti da attraversare, ma magari in discesa! Mi piacerebbe farla una volta in tranquillità per apprezzarla meglio.
Al bar dove prendevamo l'ultima cochina c'è ancora un timbrino e ne approfittiamo per barrette e gel per le fatiche finali; ci attendono infatti ancora una salita dura in asfalto verso Radda, altri sterrati in falsopiano, e infine l'ultimissima salita dopo il paese, non dura ma a quest'ora diventa molto impegnativa.
E' ora di riaccendere le luci, ormai è buio e ci rimangono gli ultimi km sterrati verso Vertine: se una volta ci fermavamo per fare qualche foto, ormai non si vede più nulla e c'è ancora uno strappetto da affrontare prima della ripida discesa finale.
Affrontare queste strade di buio ha comunque il suo fascino...
Quando si vedono le luci di Gaiole siamo contenti, e incrociamo le prime macchine parcheggiate, e finalmente anche le persone che ci applaudono... siamo quelli chiamati i veri eroici, quelli del percorso lungo, quelli che partono col buio e arrivano col buio...e infine arriviamo a Gaiole insieme, stanchissimi ma entusiasti, prendendo la corsia sulla destra che porta al podio sotto il traguardo!
C'è tempo per salutare Rudi, al di là delle transenne questa volta, arrivato da non molto, e poi ci accolgono con la medaglia e la bottiglia speciale solo per gli Eroici.
Siamo molto contenti e soddisfatti, non abbiamo avuto problemi fisici nè meccanici, è andato tutto benissimo! Peccato solo averla conclusa in due e non in tre.
Se durante il giorno ci dicevamo "Questa è l'ultima volta", adesso ci diciamo già "Il prossimo anno di nuovo!".
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